Il “dolore all’anca” o coxalgia costituisce un problema molto frequente, e sempre più spesso, ci accorgiamo che ad esserne interessati non sono solo gli anziani ma anche individui giovani.

Molte volte la coxalgia ha un andamento remittente, vale a dire che in alcuni periodi il dolore all’anca è più intenso, in altri diminuisce molto fino a quasi scomparire.

In generale il dolore all’anca insorge in modo graduale e può essere riferito nella parte esterna dell’anca o a livello inguinale, a volte in entrambe le sedi.

Il dolore all’anca può dipendere da molti fattori: più spesso ortopedici in senso stretto, altre volte fisiatrici o reumatologici, ma anche da più fattori insieme.

Il dolore all’anca può essere transitorio, causato da un semplice “affaticamento muscolare”, oppure permente con alti e bassi come dovuti ad un danno anatomico (ad esempio una lesione del cercine acetabolare) oppure progressivi determinati da problemi “meccanici” dell’anca (come un conflitto femoro-acetabolare o l’artrosi). Altre volte il dolore all’anca  è determinato da problemi di tipo reumatologico o da “pusture” scorrette risolvibili con un trattamento riabilititativo.

In senso strettamente ortopedico un problema dell’anca, può avere origine da strutture articolari (cartilagine danneggiata, lesioni del cercine, ecc..) o generarsi da strutture “extrarticolari”, come ad esempio la muscolatura satellite dell’anca.

Risulta molto importante riconoscerne la causa del dolore all’anca e la sua natura, poi, dopo una valutazione di tipo generale, è possibile programmare il trattamento specifico alla singola persona.

 Dott. Andrea Blasi

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